SACRO FUOCO

fiamme[1]

La fiamma della passione, il fuoco della vita, il calore del sole, il sacro fuoco dell’arte. Quanti luoghi comuni intorno al fuoco!

Per Eraclito il fuoco è l’elemento più importante di tutti, in quanto più e meglio degli altri archài – l’acqua, l’apeiron, l’aria – sembra rendere conto del dinamismo interno della realtà. Il fuoco, infatti, è l’unico elemento sempre in tensione, oltre ad avere la caratteristica di trasformare l’oggetto che viene a contatto di esso. La capacità metamorfica del fuoco poteva indurlo a considerarlo l’elemento principale, ma sarebbe opportuno non caratterizzare il fuoco eracliteo in termini troppo realistici. È persino banale dire che Eraclito fa del fuoco qualcosa di più di un semplice archè, o principio insieme chimico e fisico del mondo.
In altri termini, il fuoco viene ad assumere anche una valenza metaforica, è il simbolo visibile e concreto della vitale conflittualità del divenire, che è lo stesso della realtà. Quando parla di fuoco Eraclito non indica il fuoco reale innescato in modo artificiale dall’uomo, ma qualsiasi fonte di calore scaturita dalla tensione degli opposti, che da sola assicura armonia all’universo. È fuoco il fiato dell’animale, così come altri fenomeni legati ad una produzione spontanea di energia, ad esempio il fulmine e la saetta.
Il fuoco è l’immagine metaforica della realtà empirica, che è in continua trasformazione, nonostante la percezione che ne abbiamo sia di apparente immobilità ed immutabilità.
Questa visione del mondo rinvia alla formula panta rhei (“tutto scorre”) che può essere assunta a sigla complessiva dell’opera e dello stile di Eraclito, il quale sarà ricordato come il teorico del divenire, e in quanto tale contrapposto a Parmenide, teorico dell’essere.

C’è chi usa fuoco e calore per curarsi e curare.

Moxa – ad esempio – è un termine inglese derivato dagli ideogrammi giapponesi Moe e Kusa, che significano “ago” e “fuoco” e che si riferiscono alla pratica di una tecnica terapeutica assolutamente originale e sconosciuta in occidente fino a qualche decennio fa.
Il termine moxa si riferisce alla sostanza impiegata per effettuare la moxibustione, che consiste nel riscaldamento di aree cutanee, sovrastanti punti di agopuntura o percorsi energetici, al fine di ottenere una risoluzione di evento patologico.
La moxibustione è, come le altre pratiche della medicina cinese, di antichissima origine e di essa si parla già in un libro di seta, rinvenuto presso le tombe di Mawangdui appartenute alla famiglia Li Zang, risalente al II-I secolo a.C..
In seguito moltissime altre pubblicazioni magnificarono le potenzialità della moxibustione, sostenendo soprattutto che la moxibustione agisce maggiormente nelle fasi croniche delle malattie o qualora altri trattamenti abbiano fallito.

Ma senza spingersi fin qui, pensiamo semplicemente agli effetti benefici sull’apparato muscolo-scheletrico, sul nostro equilibrio psico-fisico e sull’umore che esercitano la luce e il calore del sole.

Ecco 5 importanti benefici che soltanto il sole ci può dare:

 1) E’ una cura contro il malumore  – L’esposizione al sole spinge l’organismo ad aumentare la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, il cui rilascio nell’organismo diminuisce durante la stagione invernale poiché l’esposizione del nostro corpo alla luce solare è minore. Aumentano inoltre i livelli di melatonina, che contribuisce ad alleviare l’umore nero. Inoltre, l’esposizione ai raggi ultravioletti è considerata una delle possibili cure contro la depressione.

2) Stimola la produzione di Vitamina D essenziale per lo sviluppo e la crescita delle ossa e perché lo scheletro mantenga a lungo la sua robustezza. Il corpo se la procura in parte attraverso alcuni cibi, come il latte o il salmone, ma soprattutto sintetizzandola durante l’esposizione al sole. Perciò è importante che il nostro corpo sia esposto ogni giorno alla luce solare non solo in estate, ma anche in inverno, per almeno il 10% della sua superficie. Scongiureremo così il rischio di osteoporosi.

3) Allevia alcuni problemi della pelle chi soffre di psoriasi e di alcuni tipologie di dermatite si sarà certamente accorto degli effetti positivi del sole su di esse, tanto da farle scomparire durante l’estate. Spesso psoriasi e dermatiti compaiono a causa dello stress e i benefici del sole uniti al relax che le vacanze ci regalano, contribuiscono ad alleviarne i sintomi.

4) E’ benefico contro le malattie L’esposizione alla luce del sole si è rivelata benefica per la cura di alcune malattie, anche gravi. Riduce inoltre la possibilità di contrarre infezioni e patologie infiammatorie. Riduce l’intensità dei dolori articolari e contribuisce al rilassamento dei muscoli, per cui chi soffre di mal di schiena o di dolori agli arti dovrebbe approfittare della stagione calda per un bel bagno di sole curativo.

5) Ci fa sentire più belli – Il motivo principale per cui le donne – ma anche gli uomini! –  non rinunciano all’esposizione al sole è che l’abbronzatura le fa subito sentire più belle, regalando al viso un colorito sano che fa subito dimenticare il grigiore dell’inverno. In estate ci si sente più belli e sani anche perché per meglio apparire si tende a curare di più l’alimentazione, arricchendola con tanta frutta e verdura di stagione e ciò si riflette anche sull’aspetto esteriore

Per questo nei climi caldi la gente appare spesso più felice (anche se talvolta con un maggior numero di problemi). Diversamente nei Paesi dove il clima tende a essere più rigido e il cielo più grigio, le persone hanno spesso un’aria triste e sono portate a cercare di muoversi e viaggiare in direzione del…sole!

MADRE TERRA

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Pesante, tangibile, solida. Pertanto rassicurante. La terra crea e conserva la vita. La accoglie e la nutre. Come una madre, appunto. La terra ci fa sentire di essere. Siamo parte di lei. Da lei proveniamo, a lei torniamo. e quando ce ne distacchiamo (ci distacchiamo dal contatto fisico, intendo, materiale con lei) l’irrequietudine ed una incomprensibile smania si impadroniscono di noi. Sentiamo mancare qualcosa di importante, una parte di noi, ci ammaliamo. Ed è come un vagare senza mèta, errabondi, nel mondo.

Non so se è capitato a voi, come e a me, incamminandovi in un bosco o in un campo appena arato, di provare l’impulso incontenibile di gettarvi in ginocchio e affondare le mani nude nella terra. e stringendola nei pugni, ad occhi chiusi, sentirvi parte con essa del creato. E sentire il desiderio di ringraziare. Non importa Chi, come. Semplicemente ringraziare. E’ una sensazione straordinaria di appartenenza, quasi diventassimo noi stessi le nostre stesse radici.

Quando assistiamo a proiezioni di film storici che trattano il tema del colonialismo o delle guerre nel mondo, vediamo spesso scene in cui il protagonista cade in ginocchio e bacia la sua terra o ne afferra una manciata con le mani, lasciandola scivolare trionfante e felice fra le dita. (mi viene in mente il film indiano dello straordinario attore e produttore Amir Khan dal titolo “Lagaan”, per esempio, ma ve ne sono tanti altri…).

La Terra, come l’acqua, è femminile e ricettiva. Vi è in lei qualcosa di sacro, che impone reverenza e rispetto. Per questo dobbiamo ad essa profonda gratitudine. Ed è a lei che dobbiamo tornare ogni qualvolta il nostro corpo e la nostra anima manderanno segnali di malessere. Cercare il nostro spazio – seppur piccolo – sia esso ai piedi di un albero o accanto a un sasso dove ritrovare la sintonia perduta con la Grande Madre, ritrovare il contatto della terra è essenziale per non sentirci privati del suo generoso caldo abbraccio. Che ristora e risana.

 

ARCHE’ ARIA

 

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“Così è l’aria. vi sono le varietà più brillanti che chiamiamo etere e quelle più sporche che chiamiamo nebbia e tenebre…” Platone si esprimeva così, a proposito dell’aria ed insieme ad Aristotele considerava l’etere una sostanza quasi divina, che si trova solo in cielo; per Anassimene era l’ ànemos, il soffio vitale.  Con Empedocle di Agrigento l’aria divenne uno dei quattro elementi classici della filosofia greca insieme alla terra, al fuoco e all’acqua.

Per tutti noi “profani” l’aria è infinita, immensa ed è sempre in movimento.  Ci sovrasta e ci avvolge; ci sfiora con il delicato tocco del vento o ci affronta e ci domina nei giorni di tempesta, costringendoci a cercare riparo.

I luoghi comuni sull’aria sono tanti quasi quanto la sua estensione. “Mi manca l’aria” “Esco a prendere una boccata d’aria” “Mi manchi come l’aria” per significare all’amato l’importanza vitale della sua presenza al nostro fianco. E per i detenuti “il quarto d’ora d’aria” quanto sarà prezioso ed atteso?

L’aria non ha confini, non ha sponde come il mare. E’ sempre e ovunque. E sarà così finché c’è vita. L’aria E’ vita. Diversamente non potremmo continuare ad esistere. L’aria è l’universo che entra in noi attraverso il respiro. Non è un caso che tutte le terapie e gli esercizi ginnici iniziano con la respirazione. Inspirare ed espirare ritmicamente, riabituare il proprio corpo ad ascoltare il ritmo del respiro aiuta a rilassare muscoli e nervi tesi e prepara alla fase successiva del trattamento o dell’allenamento.

Ma la parola aria è anche sinonimo di libertà. “Mi togli l’aria” ci siamo sorpresi talvolta a dire di fronte a qualcuno che invade il nostro spazio vitale. Perché l’aria è questo. Spazio e vita. Qualcosa che appartiene a tutti senza distinzioni e che non costa nulla. Qualcosa che nessuno ha il diritto di toglierci anche se non è tangibile. Né visibile a occhio nudo. E tuttavia la “sentiamo”, la percepiamo con il corpo e con l’anima. La “cerchiamo” e la “vediamo” guardando il cielo dove assume tutte le gradazioni di colore dal bianco all’azzurro intenso. Ci dà sollievo nella fatica e nei momenti di stress, nelle situazioni “pesanti” e insostenibili, quando il fardello dei doveri e delle responsabilità incombe minacciando la nostra “leggerezza” e nella prostrazione.

Cercare un luogo lontano dai problemi e dalle preoccupazioni per tirare un sospiro di sollievo con l’aiuto della brezza marina sulla battigia o nel verde dei boschi, in solitudine, è certamente un ottimo rimedio agli umani, quotidiani affanni.

 

ELOGIO DELL’ACQUA

 

Chiare fresche e dolci acque. E salutari. L’acqua è la prima e la migliore medicina che la Natura ha messo a disposizione delle creature viventi.  Salus per aquam, acqua per un benessere globale (oggi si direbbe semplicemente SPA!).

L’acqua pura, bevuta in abbondanza, elimina scorie e tossine dal nostro organismo. E questo rappresenta senza dubbio il primo passo verso il benessere. Depurarsi significa ristabilire i valori della pressione arteriosa, ossigenare il sangue  migliorando così il ritmo della respirazione e il battito cardiaco. Di conseguenza anche le nostre prestazioni in quanto restituisce  lucidità alla mente stanca e provata dallo stress o da una notte insonne. E lo fa ancora prima e meglio di un caffè.

L’acqua pura inoltre è il miglior tonico di bellezza: stimola la buona conservazione delle cellule del corpo ed evita la loro disidratazione, quindi anche la pelle ne ha giovamento, il volto e il collo mostrano meno segni e rughe, mantenendosi giovani più a lungo.

Ma l’acqua – elemento semplice e basilare quanto indispensabile  – non si beve soltanto. Essa genera benessere e sollievo anche attraverso gli altri sensi. Impariamo dunque a goderne appieno. Attraverso la vista, innanzitutto. Pensiamo per un momento a quale gioia per gli occhi rappresenta per noi lo spettacolo di una rapida o di un torrente , di una pioggia improvvisa e benefica dopo un periodo di siccità, di una baia scintillante sotto il sole estivo, della rugiada sui fiori al mattino. L’udito attraverso il quale cogliamo le infinite sfumature dalla goccia che tintinna lieve al fragore di una cascata, dalla pioggia che batte sui vetri delle finestre allo sciabordìo delle onde sulla battigia. Il tatto. Pensiamo al bambino e ai suoi trilli di gioia nell’agitare le mani sulla superficie del mare, alla sensazione di refrigerio che reca il tuffo (anche all’adulto!), al semplice sfioramento della superficie di una lucida foglia bagnata, alla sensazione di piacevole “avvolgimento” che si prova nell’immersione. E infine l’olfatto. perché anche l’acqua ha il suo odore. Quello dell’ossigeno sprigionato nella sua caduta, quello della pioggia. l’odore salmastro delle acque lacustri e marine.

L’acqua, che richiama il liquido amniotico, le nostre origini, le origini stesse dell’umanità e che copre ben tre quarti della superficie terrestre e buona parte del nostro corpo, può curarci. Non solo nei tanti resort termali canalizzata nelle piscine e nelle vasche, ma anche nelle terme naturali a cielo aperto, viene indicata per il trattamento delle malattie della pelle, nelle allergie, nei problemi legati alla fertilità femminile, nelle malattie osteo-articolari e neuro-motorie come pure a seguito di eventi traumatici.

Prima di iniziare qualunque trattamento farmacologico – ma anche, soprattutto nel corso di cure mediche che possono in qualche modo inquinare il nostro organismo a livello epatico o renale – affidiamoci a questa grande risorsa che la natura ha messo a nostra disposizione.  Beviamo acqua e abbandoniamoci anima e corpo al suo piacevole promettente abbraccio. Lasciamoci avvolgere dalla sua freschezza l’estate e dal suo tepore l’inverno. L’acqua può fare miracoli. Provare per credere.

A sostegno delle mie affermazioni – peraltro ampiamente sperimentate su me stessa – vi invito a leggere l’interessante volume edito dal medico iraniano, dott. Batmanghelidj dal titolo “Il tuo corpo implora acqua” (Macroedizioni, 2004). Ne imparerete certamente di nuove sulle incredibili proprietà curative di un semplice bicchiere d’acqua.